Stazione di un paese.
Due treni due discese
al bar.
Intorno al tavolino uccelli-pensieri
in giro con le case-cose
e vele viola vietate
al nostro visto-previsto.
E i treni.
Ne giungeranno ancora
a darci il buongiorno, a ricevere il benearrivato
a chiederci del nostro quotidiano star bene star male
fare questo e quest'altro.
E giù dagli sportelli scenderanno a frotte
farfalle, vespe, scarafaggi neri in brusio
per il berretto rosso del capostazione.
Ma fuori sulle rotaie taglienti
ricucirà in fretta lo spazio il rapido che non ferma
fischia e sparisce.
Ma fuori, chissà da quando, c'è sempre
un merci in sosta
coi nostri pacchetti da aprire
senza togliere carta e scotch
(nulla rompere dei nostri regali).
Ma giunge l'ora di addio
e dei nostri due treni
ogni ruota la scandirà
scandirà scandirà
dalla partenza al di là
dell'al di là.
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