La giacca è polverosa, la camicia ha il collo unto e mancano
i bottoni;
più che i bottoni mi mancano le tue mani e di prenderle
nelle mie
e tenerle con me perché sei una donna di terra e io
un uomo di terra.
Ti ho mai parlato delle scarpe? Sono stanche e con stringhe
vecchie
e i calzoni molli di fustagno stanno su con la corda e sui
prati
sfiorano col bordo i fiori e le erbe profumate – guardo indietro,
resta il segno del passo ma poi l’erba si raddrizza subito
perché vado via leggero; se tu venissi a far la pellegrina
con me
al santuario della terra potremmo accenderlo insieme il
cero di sego
e ringraziare; là c’è un albergo per chi passa la notte e una
locanda:
ci tratteremmo bene: fare l’amore a lungo e dormire il
mattino.
Ma se non vieni io vado lo stesso a ringraziarla questa terra.