Cos'è?


Voce alla Poesia, voce ai poeti, specie a quelli meno conosciuti.

Voce di terra, di vento e di dialetto .

Voce di uomini e donne terribili.

Voce a volte anche mia..manina piccola che cerca la tua.

domenica 28 agosto 2011

25


Pare che l'aria stasera
porti tremori in spirito
vibrazioni silenziose,
rintocchi gravi di
campane mute,
che a me solo
è dato di captare.
Ed io
solo
resto in ascolto

e veglio.


mercoledì 24 agosto 2011

Giovanni Giudici - Una sera come tante


Una sera come tante, e nuovamente
noi qui, chissà per quanto ancora, al nostro
settimo piano, dopo i soliti urli
i bambini si sono addormentati,
e dorme anche il cucciolo i cui escrementi
un’altra volta nello studio abbiamo trovati.
Lo batti col giornale, i suoi guaiti commenti.

Una sera come tante, e i miei proponimenti
intatti, in apparenza, come anni
or sono, anzi più chiari, più concreti:
scrivere versi cristiani in cui si mostri
che mi distrusse ragazzo l’educazione dei preti;
due ore almeno ogni giorno per me;
basta con la bontà, qualche volta mentire.

Una sera come tante (quante ne resta a morire
di sere come questa?) e non tentato da nulla,
dico dal sonno, dalla voglia di bere,
o dall’angoscia futile che mi prendeva alle spalle,
né dalle mie impiegatizie frustrazioni:
mi ridomando, vorrei sapere,
se un giorno sarò meno stanco, se illusioni


siano le antiche speranze della salvezza;
o se nel mio corpo vile io soffra naturalmente
la sorte di ogni altro, non volgare
letteratura ma vita che si piega nel suo vertice,
senza né più virtù né giovinezza.
Potremmo avere domani una vita più semplice?
Ha un fine il nostro subire il presente?

Ma che si viva o si muoia è indifferente,
se private persone senza storia
siamo, lettori di giornali, spettatori
televisivi, utenti di servizi:
dovremmo essere in molti, sbagliare in molti,
in compagnia di molti sommare i nostri vizi,
non questa grigia innocenza che inermi ci tiene

qui, dove il male è facile e inarrivabile il bene.
È nostalgia di un futuro che mi estenua,
ma poi d’un sorriso si appaga o di un come-se-fosse!
Da quanti anni non vedo un fiume in piena?
Da quanto in questa viltà ci assicura
la nostra disciplina senza percosse?
Da quanto ha nome bontà la paura?

Una sera come tante, ed è la mia vecchia impostura
che dice: domani, domani… pur sapendo
che il nostro domani era già ieri da sempre.
La verità chiedeva assai più semplici tempre.
Ride il tranquillo despota che lo sa:
mi numera fra i suoi lungo la strada che scendo.
C’è più onore in tradire che in essere fedeli a metà


martedì 23 agosto 2011

Perfino tu - A. Parrossi


Sì ricominciare ma tutti sanno
che le valigie di quel viaggio
rimangono piene ai piedi del letto
niente è cambiato nell'inconsistenza della notte
chiunque abbia posto al riparo il mio cuore
poi se n'è andato senza lasciare indirizzi

perfino tu a cui non ho chiesto niente
hai sbattuto la porta partendo
accusandomi di volere troppo

perfino l'uomo che in punta di piedi
mi salutò
non sa mancarmi come dovrebbe
e si impilano lungo i binari morti
le stelle come alfabeti


martedì 16 agosto 2011

Il disturbatore indisturbato

[...]

Candida la tua figura al solo apprestarsi al palco attrae l'occhio del bue.

La battuta seguente è una malattia. E comunque è venerata.

Accorrono poi i monatti a raccogliere le tue suppurazioni. Ogni goccia che stilla dalla tua piaga, detergono e conservano, tra bende bianche diventate scure.

Non ti servono campanellini o differenti segnali, il loro orecchio è sempre teso, pronto al tuo apparire.

Ecco lo sconforto dei presenti: dalle tue mani fai colare un sole liquido, oro e nero verso le mie che, sole, non lo riescono a contenere.


[...]

domenica 14 agosto 2011

Non torno subito

Un morso di sole, che mi uccide le palpebre

un taglio netto.

Netto contrasto di cuori legame dissonante

di una danza d'anima.

Animale assorto nel tempo dell'attesa

che non pesa e forma

richiama sotto coperte di cartavetrata.

Vetrata che si frantuma davanti alla nostra risata,

alla nostra verità, nel fondo del bicchiere,

del lago sommerso dagli sguardi dei passanti

mentalmente assenti.

Legati alla cintura d'idiozia

che incatena e li trapassa,

dando un senso all'esistenza insipida,

seduta in un angolo ad annuire

a discorsi sul tempo che passa.

Passa, come l'uva in qualche sorta di dolce,

in questa dolce sorte toccata a noi.



sabato 13 agosto 2011

Tolo Da Re - Stela Alpina



Stela alpina
fior co la fanela,
te sì come na butela seria,
orsa e pitosto freda:
na butela che conosseva mi,
che ciare òlte l'à dito de sì.

Stela alpina sensa parole,
distante da le ciàcole del prà,
incantà nel to mondo
che l'è un gran còro infervorà de acute:
così lìbaro e neto
da lustrarte l'anima in pèto.

Te sì del sol
ma anca de la luna,
stela alpina:
veludo tra la rocia,
come quela butela che so mi,
che ciare òlte l'à dito de sì.



ciare=rare


giovedì 4 agosto 2011

Co te sento, Poesia


Cossa che sia no so
sta corente
che da drento

me ingruma
e cori,
me cori drento
e zerca sfogo, zerca

e lo trova

zigando

ma dai mi oci