A forza de formule-riti omo-mago te curvi el spazio-tempo te cavi la distanza tra sogeto e ogeto fin al progeto sconto nea vita al Miracolo che xe fato de numari e l'Eterno I stessi numari informa su la strutura fonda dei corpi l'onda del to DNA come del to alfabeto del to analfabeto xe un numaro Putin tuto quel che te vardi te voressi tocar magnar Grando te vol conossarlo darghe un nome scrivarlo ignoto Ma sempre i stessi numari te conduse senza che ti te sapi senza che ti te conti i stessi numari che regola musiche machine stele i fantasmi l'Eterno l'ignoto un numaro
Vutu geometrie matematiche logaritmi sezioni auree numari pari dispari decimali quantici transfiniti pigreco ? Vutu dei numari imaginari dati da le radise d'ordine pari dei numeri negativi o (solo par ti) do più do fa quatro?
Gran balanza de oton farmacia vecia sui monti. I piati lucidai ae so ale alte de oton pae caenele picai Iside pesa. (E na vestaglia bianca media dona de taglia dadrio el banco varda el peso del Ben sospeso su l'oton. I piatei dei so oci sora el filo del naso el peso giusto segna). Acompagno, Iside dise, giusta la medesina drento el malà nel viagio duro pal tempo morto ch'el ben morto fa nel vivo e ressùssita, (diocan Anubi sta 'tento). Ocio lustro de oton Iside vede, guida in silenzio quel Ben nea nocie oscura de le vissere ch'el Mal tenta coe sgrinfe. Piati d'oton deventa piati de oro.
Mille anni al mondo mille ancora che bell'inganno sei anima mia e che bello il mio tempo che bella compagnia sono giorni di finestre adornate canti di stagione anime salve in terra e in mare sono state giornate furibonde senza atti d'amore senza calma di vento solo passaggi e passaggi, passaggi di tempo ore infinite come costellazioni e onde spietate come gli occhi della memoria altra memoria e non basta ancora cose svanite facce e poi il futuro i futuri incontri di belle amanti scellerate saranno scontri saranno cacce coi cani e coi cinghiali saranno rincorse morsi e affanni per mille anni mille anni al mondo mille ancora che bell'inganno sei anima mia e che grande il mio tempo che bella compagnia mi sono spiato illudermi e fallire abortire i figli come i sogni mi sono guardato piangere in uno specchio di neve mi sono visto che ridevo mi sono visto di spalle che partivo ti saluto dai paesi di domani che sono visioni di anime contadine in volo per il mondo mille anni al mondo mille ancora che bell'inganno sei anima mia e che grande questo tempo che solitudine che bella compagnia « [Anime salve] trae il suo significato dall'origine, dall'etimologia delle due parole "anime" "salve", vuol dire spiriti solitari. È una specie di elogio della solitudine. Si sa, non tutti se la possono permettere: non se la possono permettere i vecchi, non se la possono permettere i malati. Non se la può permettere il politico: il politico solitario è un politico fottuto di solito. Però, sostanzialmente quando si può rimanere soli con sé stessi, io credo che si riesca ad avere più facilmente contatto con il circostante, e il circostante non è fatto soltanto di nostri simili, direi che è fatto di tutto l'universo: dalla foglia che spunta di notte in un campo fino alle stelle. E ci si riesce ad accordare meglio con questo circostante, si riesce a pensare meglio ai propri problemi, credo addittura che si riescano a trovare anche delle migliori soluzioni, e, siccome siamo simili ai nostri simili credo che si possano trovare soluzioni anche per gli altri. Con questo non voglio fare nessun panegirico né dell'anacoretismo né dell'eremitaggio, non è che si debba fare gli eremiti, o gli anacoreti; è che ho constatato attraverso la mia esperienza di vita, ed è stata una vita (non è che dimostro di avere la mia età attraverso la carta d'identità), credo di averla vissuta; mi sono reso conto che un uomo solo non mi ha mai fatto paura, invece l'uomo organizzato mi ha sempre fatto molta paura. »
(Fabrizio De André, Elogio della solitudine, tratto da Ed avevamo gli occhi troppo belli)