Non sono mica matto è solo il mio pensiero a zoppicare
con i miei occhi ci vedo come un gatto fin dentro la risacca oltre la linea del male
Che ci sono occhi per rivedere occhi bagnati per rinunciare
occhi per un tempo a scadere rotondi e sinceri come un buon vino ad invecchiare
Lungo viali lastricati dal vento accovacciati davanti al rumore
come architetti ingenui del lamento abbiamo affollato ridendo la sala d'attesa del cuore
Che a prendere e a comprendere ci vuole la stessa lenta commozione
che a comprare e poi rivendere occorre la stessa insipida intuizione
Che questi sono angeli in salita custodi del nostro cauto modo di invecchiare
sono i mandati di un'infanzia sbiadita di questa vita dolcemente a scalare
Noi si che ce lo meritiamo questo posto in doppia fila
questi calli da buon samartiano questa faccia imbrattata da uno nessuno e centomila
E dio che è il testimone oculare di questa rapida redenzione
dio avrebbe potuto spendere meno del suo tempo a chiacchierare facendo un briciolo in più d' attenzione
Ma se tu avessi potuto vederti con questi miei occhi ad incorniciare
se avessi potuto parlarti di questa storia che non so raccontare...
Tu così bella e imbarazzata davanti ai mie piedi da lottatore
tu così debolmente incastrata tra i proseliti di un dottore
E le parole che non ho mai potuto acquistare le parole sarebbero andate
come un proposito all'altare come scommesse mal confidate come un desiderio ad asciugare
Non sono mica matto, credo
c'è soltanto un gran freddo che fa tremare
ed è questo tutto quello che vedo
e nessuno in nessun modo ce lo potrà rubare