Un morso di sole, che mi uccide le palpebre
un taglio netto.
Netto contrasto di cuori legame dissonante
di una danza d'anima.
Animale assorto nel tempo dell'attesa
che non pesa e forma
richiama sotto coperte di cartavetrata.
Vetrata che si frantuma davanti alla nostra risata,
alla nostra verità, nel fondo del bicchiere,
del lago sommerso dagli sguardi dei passanti
mentalmente assenti.
Legati alla cintura d'idiozia
che incatena e li trapassa,
dando un senso all'esistenza insipida,
seduta in un angolo ad annuire
a discorsi sul tempo che passa.
Passa, come l'uva in qualche sorta di dolce,
in questa dolce sorte toccata a noi.
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