Se al risveglio nel corpo labirinto
mi lima un dente occulto,
se allo specchio m'assale il mio volto
con fiori sulle palpebre violetti
con cenere di baci sulle labbra:
lungamente in me fissa mi dilato,
la mia fronte diviene continente,
il timpano un Frejus:
per ogni arteria della dolce terra
s'aduna in me la schiera dgli addii.
Oh il lungo grido, l'ansito del ponte
da cui già il treno dilegua;
l'oscurarsi del magma in furore
che un vento gelido arroccia;
nel buio la frattura dell'aurora!
Il vermiglio singhiozzo che sboccia
su dal mio cuore verso la Tua assenza!
" Lasciami - grida - ancora:
non ho amato abbastanza! "
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