Cos'è?


Voce alla Poesia, voce ai poeti, specie a quelli meno conosciuti.

Voce di terra, di vento e di dialetto .

Voce di uomini e donne terribili.

Voce a volte anche mia..manina piccola che cerca la tua.

martedì 21 maggio 2013

Charles Bukowski - John Dillinger e le chasseur maudit




E’ davvero un peccato e non sta bene, ma chi se ne frega:
le donne mi ricordano capelli nell’acquaio, le donne mi
ricordano intestini,
e vesciche e movimenti di muscoli escretori; è anche una disgrazia
che coni dei gelati, bebè, le valvole meccaniche, 
i plagiostomi,
palmizi
orme nel corridoio...tutti mi infondano la gelida calma
della pietra tombale; forse il solo rifugio è nel’udire
che sono esistiti altri uomini disperati:
Dillinger, Rimbaud, Villon; Babyface Nelson, Seneca, Van Gogh,
o donne disperate: lottatrici, infermiere, domestiche,
puttane
poetesse...sebbene,
preparare i cubetti di ghiaccio credo proprio che sia
importante
o un topo che annusa una lattina di birra vuota -
due vuote cavità che si confrontano,
o il mare notturno inchiodato di navi sporche
che t’entrano con le luci nella cauta ragnatela del cervello,
con le loro luci salate
che ti sfiorano e ti lasciano
per il più solido amore di un’ India;
o coprire lunghe distanze senza ragione
stordito dal sonno attraverso finestrini aperti
che ti gonfiano la camicia come un uccello impaurito,
e sempre i semafori, sempre rossi,
fuoco notturno e disfatta, la disfatta...
scorpioni, rottami, pesi da portare:
ex lavori, ex mogli, ex facce, ex vite,
Beethoven morto stecchito nella tomba;
carriole rosse, sì, forse,
o una lettera dall'Inferno firmata dal demonio
o due bravi ragazzi che se le danno di santa ragione
in qualche stadio pieno di fumo urlante,
ma il più delle volte me ne sbatto davvero, qui seduto
la bocca piena di denti cariati,
qui seduto a leggere Herrick e Spencer e
Marvell e Hopkins e Bronte (Emily, oggi);
che ascolto La strega di Dvorak
o Le Chasseur Maudit di Franck,
me ne sbatto davvero, ed è un peccato:
ho ricevuto lettere da un giovane poeta
(giovanissimo, sembra) che mi dice
che un giorno sarò certamente riconosciuto
come uno dei migliori poeti al mondo. Poeta!
una malversazione: oggi ho camminato nel sole e nelle strade
di questa città: senza vedere nulla, senza imparare nulla, 
senza essere nulla, e tornando alla mia stanza
ho incontrato una vecchia che sorrideva di un sorriso orribile;
era già morta, e dappertutto ricordavo fili:
telefonici, elettrici, fili per visi elettrici
chiusi nel vetro come pesci rossi e sorridenti,
e gli uccelli erano spariti, nessuno degli uccelli voleva un filo
o il sorriso del filo
e ho chiuso la porta di casa (finalmente)
ma oltre le finestre era lo stesso:
una tromba suonò, qualcuno rise, l’acqua corse in cesso,
e stranamente allora
pensai a tutti i cavalli numerati, 
che sono passati tra le urla,
passati come Socrate, passati come Lorca,
come Chatterton...
mi piace immaginare che la morte non avrà troppa
importanza
se non per un problema di smaltimento, un problema
come lo scarico di rifiuti,
e anche se ho tenuto le lettere del giovane poeta,
non credo in esse
ma come i palmizi
malati
e il tramonto del sole
ogni tanto le guardo.



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